Andrea Dieci, il nostro artista di garibaldi

Andrea è un ragazzo d’oro, una di quelle persone con cui ti siedi a fare due chiacchiere e il tempo passa in un minuto.
Tanti anni passati dietro il bancone di un nostro locale, una vita intera dedicata alla musica.
Qualche giorno fa siamo andati a trovarlo per farci raccontare l’uscita del suo nuovo singolo, Mary Love.
Ecco l’intervista completa  ⇩

ANDREA È IL TUO NOME, MA DIECI? COSA SIGNIFICA PER TE QUESTO NUMERO?

Quando ero un ragazzo passavo tutto il mio tempo libero in studio, aiutando i tecnici e raccattando i fili. Lavoravo e intanto avevo la possibilità di stare in mezzo a personaggi di spicco del mondo musicale di allora, iniziavo a farmi conoscere e ogni occasione era buona per imparare e scambiare una parola in più cercando di aiutare tutti, come potevo. È in questo contesto che molti iniziarono a chiamarmi Dieci.

“Hai sempre la risposta pronta, sei il numero 10!”, dicevano.

Ogni volta riuscivo a trovare una soluzione o le parole giuste per i testi, nonostante non fosse il mio mestiere. La musica, insomma, ce l’avevo nel sangue. 
Poi sono cresciuto, per 10 anni ho anche fatto l’assistente tecnico e il tour manager per i B-Nario, creato diverse band, girato per locali e concerti, fino a conoscere Alioscia Airoldi (al fianco di Grignani per 7 anni), con cui quest’anno ho prodotto Mary Love, il mio nuovo singolo.

E pensare che per un periodo questo nome l’ho anche odiato. Quando sei ragazzino ti piace andare in giro e dire “sono un 10”, ma crescendo molte cose cambiano, e oggi Andrea Dieci lo sento più mio. 

TRA LA CUCINA, I PANINI E LA VITA DI TUTTI I GIORNI, SEI SEMPRE RIUSCITO A RITAGLIARTI UN MOMENTO DA DEDICARE ALLA MUSICA. SE POTESSI ESPRIMERE UN DESIDERIO: DOVE TI VEDI TRA DIECI ANNI?

Panino Giusto è la mia grande famiglia, ma il mio sogno nel cassetto è fare dischi e stare sul palco. La dedizione che ho nella musica però è trasversale ad ogni cosa che faccio. Anche quando sono dietro il banco e compongo un panino, mi comporto come se stessi facendo musica: sono preciso, curo i dettagli e provo a metterci la mia persona. Quello che faccio ci tengo a farlo bene e molti mi dicono che i miei panini sono fatti “col cuore”. Così il brie lo taglio in più pezzi, in modo da poterlo distribuire su tutto il panino, il bacon lo arrotolo leggermente e non lo stendo come un velo (quando ci dai un morso sennò cosa senti?) e via dicendo. 

Io lo dico sempre, fare panini non è semplice!

PARLANDO DI VITA DI TUTTI I GIORNI, ORMAI SONO QUASI 17 ANNI CHE FAI PARTE DELLA NOSTRA SQUADRA.
COM’È LAVORARE DA PANINO GIUSTO? C’È UN ASPETTO CHE TI HA COLPITO IN PARTICOLARE, NEL CORSO DELLA TUA ESPERIENZA?

Mi sento parte di Panino Giusto, mi sento ascoltato. Col tempo ho dovuto imparare a non portare la mia vita privata a lavoro e ad essere sempre concentrato su quello che faccio, ma in questa realtà mi sono sempre sentito me stesso, che non è una cosa da poco: io mi sento io anche dietro al banco, con i miei tatuaggi in vista, il colletto abbassato e la giubba portata a modo mio.

Quindi si, l’aspetto più bello di Panino Giusto è potersi sentire parte di un gruppo, reale e inclusivo.

Non ho mollato l’azienda nemmeno quando sono emerse delle difficoltà. Sono sempre andato avanti, anche grazie al rapporto con i colleghi, tutte persone che stimo moltissimo, a partire da Antonio, il CEO di Panino Giusto, che il primo giorno che mi vide mi disse: “la chiave per ogni cosa è l’umiltà e il rispetto per gli altri”.
E poi Panino Giusto mi ha fatto conoscere la mia compagna, ho trovato la mia quiete e insieme a lei compreso le mie priorità. Da ragazzo ero una testa calda, vivevo alla giornata. 

Ora invece sto per diventare papà, chi l’avrebbe mai detto. 

DOBBIAMO CHIEDERTELO: IL TUO PANINO PREFERITO? 

È una domanda in realtà difficile. Il primo panino che ho mangiato è stato il “Giusto”, ma per me le cose semplici sono sempre le migliori, quindi se proprio dovessi scegliere: pane e speck, un classico!

TORNIAMO INVECE SULLA TUA MUSICA. IN UN’INTERVISTA PER ONDAMUSICALE HAI DETTO CHE QUESTA CANZONE PARLA DI UN AMORE IMMAGINARIO E PLATONICO, DI QUELLO CHE TUTTI SOGNANO E A VOLTE, PURTROPPO, TARDA AD ARRIVARE. 
MARY È LA TUA RAGAZZA?

La mia Lei non è Mary. Lei è Ambra, come la pietra preziosa. In un certo senso sono un privilegiato, perché questo tipo di amore così profondo e reale, quello di cui parla la canzone, io l’ho trovato. 

Ho avuto una grande fortuna ad incontrare Ambra: quel giorno qualcuno ha teso il dito, e ha scelto me.